lunedì 15 ottobre 2012

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.


Dopo un quarto di secolo a praticare l'artigianato sotto varie forme ho raggiunto l'apice col ritorno alle origini.

Cominciai come garzone d'officina presso l'attività dei miei zii, ho sempre amato il lavoro manuale ma sognavo una macchina che lavorasse per me a mio comando, dopo anni di studio e applicazione ho raggiunto il mio massimo (o meglio, così credevo ...) costruendomi una fresa CNC 4 assi, sono completamente indipendente dalla progettazione alla costruzione all'utilizzo di queste magnifiche macchine utensili ... ma manca qualcosa e l'ho capito ferendomi gravemente con una di queste macchine, manca il contatto con la materia, una macchina CNC ti obbliga ad osservare da dietro uno schermo, in paziente attesa della fine lavoro, essa è asettica, distaccata, ti obbliga ad essere anche spettatore.

Il lavoro con utensili tradizionali al contrario ti obbliga continuamente al contatto diretto, è fatica, è sudore, è una continua attenzione e coordinazione mano/occhio, è un gesto atletico ... ma è la mia dimensione, per questo motivo soto tornato alla mia passione, l'attrezzeria, cosa meglio di uno dei miei maggiori successi, ma riproposto con nuove soluzioni e dimensioni alternative dal progetto originale?

Ieri aggirandomi in cortile, ho notato, nella catasta della legna per la stufa di mio padre, due bellissimi ceppi di faggio, a occhio sufficienti per realizzare una pialla, per il ferro avevo quello scalpello, comprato doppio (per errore o forse inconscio desiderio di riutilizzarlo diversamente ...) quindi visto il cattivo tempo ho deciso di procedere nell'ennesimo esercizio di stile.

I passaggi sono pochi e molto semplici, la squadratura, il taglio, l'incollaggio, la rifinitura; questa pialla ribattezzata come R22 (R come Renato e 22 i millimetri di larghezza del ferro) a differenza delle precedenti ha un piccolo dettaglio, la seduta del ferro e le pareti interne del camino sono ricoperte con un sottilissimo piallaccio di mogano rifinito a raschietto (per ora lasciamo stare quest'altro utensile) affinchè la lama sia perfettamente allineata con la soletta ... urge un tutorial sulla messa a punto delle pialle!

Il risultato di questa notte di lavoro è una pialla funzionale, comoda, elegante e economica poichè ho "riciclato" quello che mi è capitato a portata di mano, quindi direi, molto soddisfatto, amo l'evoluzione tornando alle origini.


Il tutorial da me creato per la "capostipite":
1/3 Clicca > Tutorial pialla in legno – parte 1
2/3 Clicca > Tutorial pialla in legno – parte 2
3/3 Clicca > Tutorial pialla in legno – parte 3

Nessun commento:

Posta un commento